Gazale: "Il mio canto per Sassari"

5 SETTEMBRE 20 / L´Unione Sarda

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Il bene che trionfa sul male, il pensiero che si libra sulle “ali dorate”, la rinascita. Un baritono da Opera Award (l'Oscar della lirica) e il “Nabucco” di Verdi per ripartire con la grande musica. Nel salotto buono della città che più di tutte ha patito durante la fase acuta del Covid-19. Alberto Gazale nella sua Sassari apre oggi in piazza d'Italia con un concerto lirico-sinfonico la stagione numero 77 organizzata dall'ente lirico Marialisa De Carolis. In cartellone anche brani di Mascagni, Rossini e Silesu, con Sergio Oliva a dirigere l'orchestra dell'ente. Gazale ringrazia: «Sono onorato che la mia città mi abbia scelto per questo concerto che rappresenta un segno importante di speranza». Sulla scena da 23 anni, si è perfezionato con Carlo Bergonzi. Ha debuttato al Regio di Parma in Germont de “La Traviata” e grazie al Lirico di Cagliari ha esordito a Tokyo. Da allora ha macinato una settantina di ruoli nei grandi teatri del mondo. Diretto da Muti, Metha, Oren e Chailly, il baritono sassarese è considerato uno dei migliori interpreti verdiani. L'ultima apparizione per la stagione del De Carolis risale al 2007: la “Luisa Miller” col tenore portotorrese Francesco Demuro. Com'è stato il lockdown? «Durissimo per noi lavoratori dello spettacolo dal vivo. Siamo stati umiliati dalla poca attenzione nei nostri riguardi». La lirica è legata a un pubblico che invecchia o può avere un futuro? «Bisogna creare le basi nelle nuove generazioni inserendo la musica e la storia della musica già nelle scuole elementari. Oggi l'ora di musica è vista come materia di riposo rispetto alle altre. Ci vogliono anche bravi insegnanti che facciano innamorare i ragazzi. Purtroppo il primato della lirica noi italiani ce lo stiamo facendo soffiare. Non pagano opere brevi o scelte registiche particolari, quanto saperla diffondere anche in maniera diversa». Un esempio? «Abbiamo proposto a Roma la “Tosca” su un battello che solcava il Tevere e ci hanno seguito migliaia di persone, non solo gli appassionati». Tra Verdi, Rossini, Puccini e Donizetti, qual è il compositore più vicino ai giovani? «Nell'intermezzo della “Manon Lescaut” di Puccini c'è tutta la musica del '900, ci sono Rota e Morricone, tutti sono passati attraverso quell'armonia nuova e pregna di italianità, un misto di ricerca e armonia riconoscibile nella musica che è venuta nei decenni dopo. Il Romanticismo invece fa meno presa». Quali sono i Paesi che più si entusiasmano alla lirica? «Sono tanti. Sono stato nel cast che ha portato l'opera in Malesia, a Kuala Lumpur, a prevalenza islamica ed abbiamo avuto grande riscontro. La nostra musica crea ponti che vanno oltre la politica». Giampiero Marras

L'opera

Concerto lirico-sinfonico

Concerto lirico-sinfonico

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