Marino Faliero, fiore all´occhiello della proposta artistica del 2008

26 SETTEMBRE 08

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Il regista e direttore artistico dell´Ente spiega i motivi che hanno portato alla scelta dell´opera.
Inizierà il prossimo 3 ottobre la Sessantacinquesima stagione lirica sassarese organizzata dall´Ente Concerti ´Marialisa de Carolis´ di Sassari. Numerose le novità, a partire proprio dalla prima opera in programma, il Marino Faliero, che sarà presentata al Teatro Verdi in anteprima mondiale e in versione critica. Alla regia ci sarà Marco Spada, da dieci anni e undici stagioni liriche alla direzione artistica dell´Ente Concerti sassarese. Per lui sarà la quinta esperienza da regista, iniziata nel 2004 con Hänsel und Gretel, proseguita nel 2005 con Il Mosè in Egitto quindi con La clemenza di Tito nel 2006 e con la Luisa Miller nel 2007. Per lui arrivare alla regia è stato un approdo creativo di cui sentiva il bisogno, una meta alla quale arrivare con ´strumenti professionali agguerriti´. La sua esperienza nella direzione artistica si è, come dire, travasata in quella della regia. Il direttore artistico dell´Ente concerti di Sassari si è assunto l´incarico di aprire la stagione lirica con un´opera difficile. "E´ stato un caso – afferma Marco Spada – perché l´anno scorso l´ho chiusa. Ero semplicemente interessato a fare quest´opera, che rappresenta una novità ed è giusto che fosse posta ad inaugurazione della stagione anche perché rappresenta il fiore all´occhiello delle proposta artistica. Ciò non toglie che le altre produzioni non siano di altrettanto impegno e interesse dal punto di vista dei contenuti musicali".La pietra del paragone (24, 26 e 28 ottobre) e I Puritani (14, 16 e 18 novembre) sono prime esecuzioni a Sassari, mai eseguite nelle stagioni liriche del De Carolis.Il Faliero si presenta quindi alla città, al suo pubblico che ormai chiede gli si propongano opere nuove. "Da parte della città, c´è una risposta interessante – aggiunge il regista – e intelligente. C´è stato un processo di avvicinamento tra le proposte che l´ente ha fatto e le risposte del pubblico. In questi dieci anni quindi Ente concerti e la città sono cambiati. Il Teatro si è aperto al mondo – sottolinea Spada – ha stretto relazioni con altri Teatri, ha acquisito un target nazionale, ha acquisito una capacità di attrazione di artisti che prima aveva meno. Pur essendo una realtà piccola anche economicamente, è in grado di produrre qualità".È questo forse il successo di un´impresa, dietro la quale c´è molto lavoro, progettazione, dedizione, passione da parte di tutti, dal regista ai dirigenti, dalle maestranze alle masse che ci lavorano.Ma quali sono stati i motivi che hanno spinto a scegliere un´opera importante del Donizetti per l´apertura della stagione lirica sassarese? "C´è l´occasione di rappresentare in prima assoluta a Sassari, un´opera che, in realtà, – spiega il direttore artistico dell´Ente concerti di Viale Umberto 72 – è stata eseguita una sola volta a Venezia cinque anni fa, ma in maniera un po´ pasticciata. Adesso invece, la preparazione del materiale musicale, realizzato dalla Fondazione Donizetti di Bergamo, sta svelando davvero un´opera straordinaria, che non è stata sufficientemente valutata nel corso del tempo". All´inizio l´opera del Donizetti, che la rappresentò per la prima volta a Parigi nel marzo del 1835, soffrì probabilmente dei tempi ridotti di preparazione, dello stress psicologico dell´artista di doversi misurare con Bellini, che nel gennaio del 1835 aveva presentato sempre a Parigi I Puritani ottenendo un enorme successo. L´opera non ebbe il successo che meritava. Oggi, dopo oltre 170 anni, si è in grado di vedere questo repertorio sotto una luce diversa, probabilmente anche di valorizzare il bello che c´è e che era rimasto sfocato. "Con la regia del Faliero – riprende Spada – sto riscoprendo una qualità musicale straordinaria e una fortissima tensione drammatica di questa storia, che poi prende spunto da una storia realmente avvenuta a Venezia. Il personaggio del Doge può essere messo a paragone dei più grandi personaggi di basso di tutta la storia dell´opera: di Filippo II, di Boris Godunov, di Simon Boccanegra, tre punti di riferimento al fianco dei quali bene si colloca il Marino Faliero.Devo dire inoltre – prosegue – di essere fortunato a dirigere questo interprete straordinario che è Giorgio Surian; un artista che sta arrivando alla maturità espressiva, un cantante che ha una sensibilità di un attore sul palcoscenico. È stimolante poi, lavorare anche con i giovani, hanno meno esperienza ma sono anche più malleabili, duttili; si riesce a lavorare creando qualcosa di nuovo".Sul palcoscenico gli attori dovranno recitare su un piano inclinato, dovranno muoversi con una certa ´agilità´. "L´impianto scenico – spiega il regista – è stato scelto in relazione ad un´idea spaziale, in cui fosse mantenuta l´atmosfera di Venezia ma non l´immagine di Venezia. È una sorta di proiezione della pianta della città e l´idea del labirinto è presente perché in esso si ritrovano intrecciate le passioni dei personaggi che non hanno uno sbocco, che sono destinati a perdere. In questa opera, già molto Verdiana, i personaggi sono tutti dei perdenti. Verdi assume da Donizetti questo concetto che la storia non redime. Non a caso – continua Spada – Giuseppe Mazzini, nella Filosofia della Musica nel 1836, indica il Marino Faliero come un´opera dell´avvenire e Donizetti come compositore dell´avvenire. In quel momento si stava cercando qualcuno che rappresentasse l´anima italiana. Sappiano poi che sarà Verdi, che nel 1835 era ancora ragazzo, a incaricarsi di questo con le sue opere più celebri, più risorgimentali. Ma Donizetti rappresenta un anello di congiunzione, in questo clima politico fondamentale dei moti del 1830-´31".Sarà Giorgio Surian ad interpretare il doge ottantunenne mentre Rachele Stanisci, vocalmente ideale per le sue caratteristiche di soprano drammatico, sarà la sua sposa ´bambina´. Ivan Magrì, giovane tenore siciliano, è un po´ la scoperta di quest´anno. Ha colpito il regista sassarese e il direttore artistico del Teatro di Bergamo per la sua generosità tenorile tutta italiana. Sarà Fernando. Luca Grassi si cimenterà nel ruolo importantissimo di Israele Bertucci, che incita alla rivolta il Doge e lo convince ad accettare il ruolo di condottiero di questa battaglia. "E´ un´opera che richiede moltissimo – afferma il direttore artistico dell´Ente concerti sassarese – dal punto di vista vocale, della recitazione e della concentrazione. E il maestro Bruno Cinquegrani, che si è assunto l´onere di dirigerla, di riscoprire questa partitura, sta facendo un lavoro straordinario, di chiarificazione delle strutture musicali del Donizetti".L´esecuzione sassarese del Faliero ripropone quel duello che nel 1835 vide protagonisti Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini. "Questo perché – sostiene Spada – Donizetti meritava una rivincita. C´è comunque anche un interesse per I Puritani, che si svolge in edizione critica a cura di Casa Ricordi.Non è un duello a distanza – riprende il regista – penso invece sia interessante per il pubblico vedere questa differenza tra i due compositori, che appaiono simili ma sono quanto di più distante possa esserci".Il Marino Faliero, dopo Sassari, sarà portata in scena al Teatro di Bergamo, patria del Donizetti, il 31 ottobre e il 2 novembre.

L'opera

Marino Faliero

Marino Faliero

Intrecci di amore e potere nella Venezia del Trecento: in questa atmosfera si apre la Stagione lirica 2008 con Marino Faliero, una delle opere meno eseguite di Gaetano Donizetti. Tratto...

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