L´italiana in Algeri inaugura la Stagione lirica di Sassari

11 OTTOBRE 17 / La Nuova Sardegna

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di Monica De Murtas

SASSARI Aveva 21 anni Gioachino Rossini quando scrisse "L'Italiana in Algeri" ispirandosi all'assurda quanto vera vicenda di Antonietta Frapolli Suini: signora milanese rapita dai corsari nel 1805 e portata nell'harem del Bey di Algeri per poi tornare sana e salva in Italia. Denso di ironia, trovate innovative e spunti futuristici il dramma giocoso in due atti presentato per la prima volta il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia aprirà domani alle 20,30 al Comunale (in replica domenica alle 16,30) la Stagione lirica dell'Ente Concerti "Marialisa de Carolis". Anche in questa occasione Rossini compose l'opera in tutta fretta (qualcuno dice in 27 giorni, altri in 18) eppure riusci nell'intento di dare al pubblico ciò che il pubblico voleva realizzando un lavoro definito da Stendhal come "la perfezione del genere buffo".Da sempre amata dal pubblico "L'italiana" dopo 205 anni dalla sua prima rappresentazione risulta sempre attuale. Scritta da un giovane Rossini quest'opera evergreen è stata presentata ieri sera all'auditorium del liceo musicale Azuni davanti a oltre duecento persone, tra cui moltissimi studenti. La storia dell'italiana è stata introdotta della musicologa Paola Cossu e da Sergio La Stella, che dirigerà l'orchestra del De Carolis. Il direttore ha proposto al pianoforte alcuni famosi brani dell'opera, accompagnato da due giovani cantanti del cast: il basso Francesco Leone, che ha proposto l'aria del "suo" Haly, e il mezzosoprano Ilaria Ribezzi, Zulma in scena, che ha invece cantato la celebre aria di Isabella, "Cruda sorte, amor tiranno". L'allestimento è stato illustrato dal regista Pierluigi Vanelli che a Sassari riprende la regia originale di Stefano Vizioli. «L'opera - ha spiegato - vive di una comicità sulla soglia di una lucida follia che ha anticipato di un secolo alcuni spunti futuristici. Basti pensare agli strampalati neologismi del funambolico finale del primo atto, quando i sette personaggi si intrecciano in un rincorrersi di suoni che ricordano le "Parole in libertà" di Marinetti». A sottolineare la modernità dell'opera le coloratissime scene e i costumi dell'allestimento sassarese, nato dalla collaborazione dei teatri di Trieste e Pisa, firmati dall'artista Ugo Nespolo.Nel corso della presentazione Paola Cossu ha proposto un interessante raffronto tra "l'Italiana" e la celeberrima opera rossiniana ,"Barbiere di Siviglia" sottolineando analogie e differenze. «Il personaggio femminile diventa più forte e carismatico - spiega - Isabella a differenza della mite Rosina del barbiere non "si lascia prendere e poi riprendere", lei "a domar gli uomini sa come si fa" e avrà la meglio su Lindoro Taddeo e persino il califfo Mustafà.

L'opera

L´italiana in Algeri

L´italiana in Algeri

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