Pagliacci

Dramma in un prologo e due atti di Ruggero Leoncavallo

2023

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“Pagliacci”: Come la commedia finì in tragedia. Di Alberto Gazale

L'Opera Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo, è una trama ininterrotta di contrasti. A partire dal titolo, che pure indirizzando al mondo delle compagnie comiche di giro, nasce dalla vicenda (reale) di un delitto compiuto in un paesino della Calabria. Una tela di antitesi marcata dalla ambientazione quasi rurale che s'intreccia con frequenti citazioni dotte. Il prologo di origine greca che prepara la tragedia, l'uso del coro dialogante con il personaggio principale fin dall'inizio dell'opera come nelle tragedie di Euripide, ed ancora il coro che commenta la tragedia finale senza mai intervenire quasi ad attendere l'intervento di un "Deus ex machina": tutto è immerso in un armonico ibrido culturale, che contrasta con la semplicità della storia. Siamo di fronte ad un'opera giovanile (Leoncavallo aveva 33 anni) che rivela l'entusiasmo di un autore dotato d'una rigorosa formazione di studi umanistici e musicali. Un esempio è lo stesso ricorso ad un intermezzo che aveva la funzione di separare le scene, nel solco della tradizione classica. La diretta conseguenza delle premesse è la presenza in scena di personaggi non realistici (nel loro linguaggi e nei loro atteggiamenti sociali ) ma inseriti in una storia verista in quanto realmente accaduta. Tutto ciò potrebbe apparire come un ingenuo errore di impostazione drammaturgica? Affatto. Si tratta però d'una splendida rilettura della tragedia greca, realizzata sapientemente da un giovane artista. Musicalmente "I Pagliacci" sono senz'altro un unicum. A differenza delle altre opere veriste, dove la linea melodica serve costantemente a delineare gli aspetti drammatici o meno presenti nella drammaturgia della composizione musicale. Qui si fa largo uso dei leitmotiv di origine wagneriana e delle atmosfere di tipo lideristico. L'uso frequente di tempi composti (6/4 9/8 12/4 ) veniva impegnato nella lideristica per permettere di cambiare frequentemente le armonie all'interno della stessa battuta rendendo più interessante il discorso musicale. Leoncavallo ne fa largo ricorso all' interno dell'Opera, arricchendo le sonorità e le dinamiche al servizio dell'azione scenica. Anche nella strumentazione il richiamo a Wagner (conosciuto a Bologna quando aveva appena 17 anni) è molto forte soprattutto nel fare corrispondere spesso i cambi di armonie con forti cambi timbrici in orchestra. Coerente con questa visione è anche l'uso delle tube che spesso raddoppiano i corni che, per scelta molto originale, suonano in chiave di mi. Le citazioni di grandi autori sono continue ed a volte molto palesi come il Mozart delle "Nozze di Figaro " nella scena del teatrino, a volte più nascoste come nella scala esatonica discendente dei contrabassi al n. 84 del primo atto di matrice Debussiana. Tutto si regge in un equilibrio incredibile e nulla va oltre il limite. Le voci sono sempre messe in tessiture ideali per fare comprendere bene il testo scritto dallo stesso Leoncavallo. Sicuramente questo compositore non viene annoverato tra i migliori orchestratori ma è innegabile la sua pratica e molto diretta efficacia teatrale nel restituire all'ascoltatore emozioni di una immediatezza magistrale. Straordinario risulta il lavoro di sceneggiatura avendo lui scritto per intero il libretto. Una singolare ricercatezza di termini aulici distribuiti con generosità in maniera equanime sulle labbra del popolo, forse a ricordarci che la poesia è dentro ciascuno di noi a prescindere dallo stato sociale e dal livello di alfabetizzazione.

Pagliacci

Allestimento

Ente Concerti "Marialisa de Carolis"

Direttore d'orchestra

Sergio Oliva

Orchestra

Ente Concerti "Marialisa de Carolis"

Coro

Ente Concerti "Marialisa de Carolis"

Costumi

Luisella Pintus

Notizie / News & rassegna stampa

Sold out per l´opera "Pagliacci"

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